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EMotion - Mobilità e patrimonio culturale dell’Eritrea: Nuove frontiere del Corno d’Africa

Eritrea Mobility and Cultural Heritage: New Frontiers of the Horn of Africa (EMotion)” è un progetto di ricerca finanziato attraverso l’edizione del 2018 del “Polisocial Award”.
Polisocial è il programma di impegno e responsabilità sociale del Politecnico di Milano che intende mettere l’università a stretto contatto con le dinamiche dei cambiamenti della società, estendendo la missione dell’Ateneo verso i temi e bisogni sociali che nascono dal territorio, sia a livello locale che globale. Il “Polisocial Award” è una competizione che prevede la presentazione, selezione ed implementazione di progetti di ricerca a fini sociali; ad oggi le edizioni degli “Awards” hanno finanziato - con oltre tre milioni di euro - 41 projects coinvolgendo 330 ricercatori.

Descrizione, principali obiettivi, fasi di sviluppo del progetto

L’Eritrea è un paese chiave nell’area strategica del Corno d’Africa (HoA). Il 9 luglio 2018, grazie all’accordo di pace raggiunto con l’Etiopia, sono state riviste tutte le questioni relative ai confini e l’Eritrea ha potuto riaprire l’accesso al porto di Massawa. Nel novembre 2018 sono state abolite tutte le sanzioni inflitte dall’ONU. In materia di politica continentale, l’Unione Africana ha colto la sfida legata alla creazione di politiche che fossero in grado di superare le barriere fisiche e culturali esistenti.

Perciò, è di primaria importanza promuovere azioni volte a risolvere i problemi legati alle barriere fisiche e culturali nel Corno d’Africa, contribuendo così a creare un continente integrato (Agenda 2063). Un fattore chiave è il ruolo della rete di trasporti, che deve essere progettata in forma congruente con tutti i paradigmi della “mobilità sostenibile”. tenendo conto delle politiche di sviluppo delle aree urbane e territoriali, del patrimonio cultuale, dell’efficienza energetica e della qualità dell’ambiente.

L’asse principale preso in esame in questo progetto è la strada Asmara-Massawa (lunga 117 km, altitudine media 2400 m sopra il livello del mare, a carreggiata singola, con circa 10 importanti strutture civili). Oltre a essere una strada dedicata al trasposto di persone e merci, essa è un asse strategico che rappresenta un’opportunità straordinaria per creare un sistema di percorsi originale e innovativo: la sfida del progetto è quella di ideare un nuovo concetto di mobilità preservando al contempo le infrastrutture esistenti. Un patrimonio culturale tanto straordinario quanto vulnerabile costituito da una strada costruita nel 1935, considerata un capolavoro ingegneristico, che collega siti archeologici, artistico-culturali e architettonici e che rappresenta di per sé stessa un monumento da salvaguardare, proteggere e restaurare.

Il nuovo modello di smart mobility può rappresentare dunque un punto di collegamento ideale e realistico, essendo in grado di veicolare beni, idee, conoscenze, valori e di mettere in contatto persone, oltre a riunire luoghi e percorsi legati tra loro a livello storico e culturale: la strada potrebbe diventare uno strumento di valorizzazione e sviluppo commerciale, culturale e turistico. Tuttavia, per fare ciò, deve essere sicura, attrezzata facilmente accessibile e orientata alla mobilità sostenibile, ovvero in grado di “favorire la crescita economica e l’accessibilità, una migliore integrazione economica rispettando al tempo stesso l’ambiente, rafforzando l’uguaglianza sociale, la salute, la resistenza delle città, i collegamenti tra città e campagna e la produttività delle aree rurali” (SDGs 2030), dando valore anche al patrimonio e all’identità culturale (Agenda 2063, 5).

Lo scopo del progetto è anche quello di fornire una serie di soluzioni integrate per per la valorizzazione e fruizione del patrimonio cultuale e per una migliore qualità di vita in Eritrea e nel Corno d’Africa, attraverso l’attivazione di linee di ricerca di alto profilo e progettando percorsi di formazione (capacity building). Il risultato finale è uno studio di fattibilità messo in opera per fornire un supporto alla promozione della mobilità sulla strada di Asmara-Massawa, anche migliorando e proteggendo gli elementi storici e il valore culturale della strada stessa, oltre che delle zone che attraversa.

Al momento anche a seguito dell’isolamento del Paese fino alla pace recente, i dati relativi alle infrastrutture civili (per lo più ponti e viadotti) sono perduti o non disponibili e il progetto prevede azioni specifiche per colmare questo vuoto. Punti salienti del progetto sono:

  • creazione di un atlante operativo per la conoscenza del territorio (in ambiente GIS) per supportare le strategie di manutenzione futura, la gestione dei rischi e nuove necessità;
  • analisi del caso di studio Asmara-Massawa come patrimonio culturale che unisce elementi tangibili e intangibili;
  • analisi delle caratteristiche delle strutture lungo la strada in relazione alle necessità di mobilità attuali;
  • analisi degli attuali flussi di merci e persone e lo scenario del futuro (anche la pianificazione di itinerari turistici).

EMotion utilizza un approccio omnicomprensivo e multi-disciplinare (beni architettonici, tecniche edilizie e materiali, ambiente, mobilità, energia, management e impatto sociale). Tale metodologia unisce in azioni sinergiche discipline differenti (Scienze Umane, Ingegneria, Scienze della Terra,…) fornendo nuove informazioni e generando un modello applicabile ad altri contesti e replicabile.

Team di progetto: Federico Cheli – Responsabile Scientifico, Susanna Bortolotto - Project Manager, Francesco Augelli, Nelly Cattaneo, Matteo Colombo, Francesco Ferrise, Katherina Flores Ferreira, Manish Kuram , Michela Longo, Daniele Marchisotti, Serena Massa, Monica Papini, Edoardo Sabbioni e Emanuele Zappa.

Partners: Ambasciata Eritrea di Roma, Ambasciata Italiana di Asmara, Asmara Heritage Project, azienda di trasporti Basco, E-Co, SINA-Società Iniziative Nazionali Autostradali, Pirelli, Tom Tom, CeRDO - Centro Ricerche sul Deserto Orientale, ISMeO - Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente, Università Cattolica di Milano e Università degli Studi “L’Orientale” di Napoli.